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Uso l’autonoleggio, e lo trovo scarsissimo (già spiegato qui).

Da un po’ di tempo ne brontolo qui sul blog.

Beh, devo dire che il blog mi sta dando le soddisfazioni che il rent-a-car non mi dà…

Prima soddisfazione: sono venuto a conoscenza di alcuni fatti virtuosi e semi-sconosciuti del car sharing che mi hanno convinto ad iscrivermi. Devo ringraziare (oltre al fatto di bloggare) Cristiano per avermeli fatti notare in un suo commento a questo post.

Seconda soddisfazione: con mia sorpresa, una multinazionale dell’autonoleggio si è fatta viva (tramite Massimiliano) nei commenti di quest’altro post, raccontando alcune cose sulla loro visione del business e informandomi perfino su una iniziativa pilota di Noleggio a Lungo Termine che stanno testando in due ipermercati della Lombardia.

Due risultati forse piccoli, ma del tutto impensabili e irraggiungibili senza blog.

Quando ho saputo del car sharing, tempo fa, mi sono entusiasmato. Mi sono detto:

Vuoi vedere che è la volta che l’auto viene proposta in una logica di pay-per-use, un’idea al tempo stesso ecologica, economica, urbana, sostenibile, avanzata e avanti con gli aggettivi?

Non sembra essere così.

Anche questo tipo di offerta sul mercato, pur proposta in chiave semi-pubblica addirittura con incentivi, alla prova dei fatti risulta persino più cara del solito praticamente equivalente al noleggio auto, con i suoi pesanti limiti di rigidità e prezzo.

Ma facciamo parlare i conti.

Poniamo di usare una Grande Punto per un viaggio di lavoro Milano-Bologna-Milano. Partenza ore 8.00, rientro ore 18.00. Km 400.

Con la proposta Guidami.net, le quote conteggiano sia il kilometraggio (0,50 euro/km fino a 80 km, 0,40 oltre gli 80 km), sia le ore di utilizzo (2,20 euro/ora), oltre a una quota fissa di iscrizione annuale al servizio pari a 216 euro per le società, e 120 euro per i privati.

Il nostro viaggio a Bologna costerà quindi un totale di 190 euro, senza contare la quota associativa annuale di 216 euro.

Esaminando quanto offerto da Car Sharing Italia, l’antifona non cambia: 0,47 euro/km fino a 100 km, 0,40 euro/km da 100 a 300 km, 0,30 euro/km da 300 km in su, poi il costo orario pari a 2,20 euro/ora, la quota associativa di 180euro/anno e anche una cauzione di 150 euro.

Costo della trasferta in questo caso: 179 euro, esclusa quota annua di 180 euro e cauzione di 150 euro.

Adesso rivolgiamoci al simpatico mondo degli autonoleggi tradizionali. Per esempio Europcar.

Prenotando online, il costo giornaliero dell’auto comprensiva di 100 km di percorrenza è pari a 55,08 euro, a cui vanno aggiunti 15,60 euro/giorno di esonero responabilità danni e 12 euro/giorno di protezione infortuni, oltre a 0,2 euro/km oltre i 100 compresi. [UPDATE – Come mi fa notare giustamente Cristiano nei commenti, il car sharing comprende nei costi il carburante, metre l’autonoleggio no. Quindi aggiungiamo al calcolo 50 euro di benzina].

Totale costo autonoleggio Milano-Bologna-Milano, prenotando online: 192,68 euro, senza alcuna quota associativa annuale. (Quanto alla cauzione, ho notato che le società di autonoleggio bloccano una cifra sulla carta di credito di alcune centinaia di euro, blocco che viene revocato alla consegna dell’auto).

Con queste caratteristiche, non so a chi possa interessare il car sharing, forse a chi impiega il taxi più volte nell’arco della giornata, muovendosi in città (ma anche lì, ci sono le smart a pochi euro al giorno)… insomma, a me sembra tanto un’occasione persa. Peccato.