La pubblicità, secondo me, è artigianato.

Arte? Ispirazione? Mestiere? Anima del commercio?

Secondo me è artigianato.

Anche gli anglosassoni, nella loro colorita espressione proverbiale (1% inspiration, 99 % perspiration) sembrano confermarlo.

Poi, riandando col pensiero ai migliori che mi è capitato di vedere al lavoro, ritrovo sempre gente indaffarata, tanto nella testa quanto con le mani, fotografi che schizzano il taglio della foto, registi che guardano toccano e ritoccano gli shooting board appesi al muro, direttori creativi che schizzano e smanettano. Gente che quando finisce di lavorare ha gli occhi rossi di fatica, e magari il braccio e la spalla anchilosati per il troppo cliccare.

Dovessi eleggere un libro a bibbia di questa visione del lavoro, sarebbe senz’altro il bellissimo La chiave a stella di Primo Levi. Un operaio specializzato che parla con un chimico.

«Siamo rimasti d’accordo su quanto di buono abbiamo in comune [Lui e Faussone ndr]. Sul vantaggio di potersi misurare, del non dipendere da altri nel misurarsi, dello specchiarsi nella propria opera. Sul piacere di veder crescere la tua creatura, piastra su piastra, bullone su bullone, solida, necessaria, simmetrica e adatta allo scopo, e dopo finita la riguardi e pensi che forse vivrà più a lungo di te, e forse servirà a qualcuno che tu non conosci e che non ti conosce. Magari potrai tornare a guardarla da vecchio, e ti sembra bella, e non importa poi tanto se sembra bella solo a te, e puoi dire a te stesso “forse un altro non ci sarebbe riuscito”».

5 commenti
  1. Annie ha detto:

    fare bene le cose.
    fare, non è altro che pensiero agito.
    tende a non passarmi la grafomania.
    ma quando uno parla dell’artigianato con un minimo di pertinenza, come posso resistere?

  2. Caino ha detto:

    molte cose sono artigianato e passione. e molti le scambiano per ispirazione, lampi di genio o chissà cos’altro. come se non esistessa la tecnica, il contenuto e la perseveranza.

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